martedì 28 novembre 2017

INCHIESTA DI SILVIO APARO, GIORNALISTA CHE APPROFONDISCE IL CASO BRIONI: REPORT RAI3, 04 DICEMBRE 2017

di Luca Scantamburlo



Consiglio a tutti di seguire prossimamente in televisione - per chi ne ha la possibilità - la inchiesta condotta dal giornalista Silvio Aparo, già Direttore de Il Corriere Quotidiano, testata lombarda telematica - il quale ha investigato il caso "Brioni". Un'azienda italiana, eccellenza tessile che ha vestito gli uomini pù importanti del mondo. Comprata dai francesi della Kering e pian piano ridotta ai minimi termini. Attraverso un meticoloso lavoro d'inchiesta, nel servizio verrano fatti emergere documenti che dimostrano il disinteresse del management a voler salvare l'azienda... oltre 700 operai a rischio disoccupazione, e 500 famiglie collegate ad essi.
Aparo - io ho scoperto essere - è penna arguta e giornalista di razza, dalla rara capacità di vedere oltre, e sintetizzare in poche ma efficaci parole storie estremamente complesse e scomode, nonché intrighi di palazzo, con l'unico scopo di servire il suo primo ed unico giudice: il lettore, proprio come sapeva fare il suo vecchio maestro Indro Montanelli, con il quale un giovanissimo Aparo - da poco trasferitori in Milano dalla Sicilia - ha avuto modo di confrontarsi ai tempi del periodico La Voce.
L'appuntamento con l'inchiesta giornalistica televisiva di Silvio Aparo, è per lunedì 4 dicembre 2017 dalle ore 21.30, sugli schermi di RAI3, all'interno della nota e storica trasmissione Report, nel servizio di Giovanna Boursier.

Luca Scantamburlo
28 novembre 2017

Info: segnalazione di Silvio Aparo, 
e commento critico di Luca Scantamburlo

mercoledì 5 luglio 2017

LETTERA APERTA ALL'INGEGNER NICOLA POMARO L'IMPOSIZIONE DI VACCINI OBBLIGATORI SALVERA' SEMPRE GLI IMMUNODEPRESSI? UNA RIFLESSIONE, CON DATI ALLA MANO, SULL'INCREMENTO DI COPERTURA VACCINALE


LETTERA APERTA

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Gentile Ingegner Nicola Pomaro

parafrasando la Sua sincera lettera possiamo dire che nulla è più imparziale dei danni da vaccino: le reazioni avverse ai farmaci vaccini possono toccare qualunque bambino senza guardare al censo, al conto corrente dei genitori, al loro credo confessionale o posizione ideologica. Negli anni passati è accaduto a figli di alcune persone che abbiamo conosciuto. Uno di noi - firmatari della presente - ottemperando all'obbligo di calendario vaccinale imposto dall'Autorità sanitaria - si ritrovò, poi, il secondogenito vittima di danno da vaccino irreversibile (reazione/evento avverso, il cui nesso causale fu riconosciuto dalle apposite autorità, Commissione Medico-Ospedaliera, CMO, e dal Ministero della Salute). 
Potrebbe toccare anche ad alcuni figli di suoi amici. Non glielo auguriamo, ing. Pomaro ma, se capitasse a delle persone a Lei care, probabilmente capirebbe molte cose. 
Comprendiamo che sua figlia di 5 anni è il bene più grande che Lei ha e che voglia proteggerlo, essendo la bambina immunodepressa, ma chieda al sig. Giorgio Tremante di Verona - che decenni addietro perse due dei suoi figli a causa delle vaccinazioni obbligatorie e dei trattamenti farmacologici applicati - se l'obbligo vaccinale sia necessario e sempre cosa buona e giusta (nel 1995 una commissione ministeriale individuò il "nesso di causalità" tra il vaccino antipolio Sabin e la malattia dei figli Tremante, ma il Ministero rifiutò successivamente l'indennizzo).
Marco ed Andrea Tremante morirono rispettivamente nell'ottobre 1971 all'età di 5 anni, e nel settembre del 1980 all'età di 4 anni, dopo vaccinazione contro la poliomielite il primo, e dopo un trattamento con farmaci immunosoppressori il secondo, su un fisico già indebolito dalla vaccinazione a cui aveva risposto con reazioni avverse. Un terzo figlio del sig. Tremante – il gemello del secondo morto - scampò alla morte ma pagando un prezzo enorme: Alberto Tremante, relegato su una sedia a rotelle a vita, e dipendente da un respiratore automatico.
Gli chieda se la strada della coercizione, della minaccia della sanzione e della discriminazione sociale rispetto a questo atto sanitario, sia la strada più eticamente e scientificamente opportuna. Lo chieda, anche, alle migliaia e migliaia di famiglie sconvolte da loro familiari vittime di danni da vaccino in tutto il mondo nelle ultime decadi.
La vita di sua figlia è sacra e Le auguriamo tutto il bene possibile, e soprattutto che possa presto sconfiggere l'immunodepressione che la affigge, con il miglioramento delle tecniche e delle conoscenze mediche. Ma Lei, ingegnere, è davvero certo che innalzando la percentuale di immunizzati come Lei chiede nell'appello a Luca Zaia del Veneto – cioè rinunciando ad impugnare il Decreto 73/2017 di fronte alla Corte Costituzionale – per ottenere con la forza e con la minaccia della sanzione e della discriminazione sociale, alte coperture vaccinali scolastiche anche superiori al 95%, Sua figlia sarà sempre e comunque al riparo dal contagio di malattie infettive?
Ad esempio, gli ultimi 9 casi di poliomielite in Italia - registrati dal 1995 al 2002, anno in cui l'Europa fu dichiarata polio free - sono stati casi di polio-vaccino associati, e non da poliomielite causata da virus selvaggio (dati ISS, Istituto Superiore della Sanità): si tratta, cioè, di bambini che hanno contratto una sorta di paralisi flaccida a causa del vaccino stesso che avrebbe dovuto proteggerli dall'agente patogeno per cui si vaccinavano. Tanto è vero che, da alcuni anni, il virus vivo ma attenuato della poliomielite (nel vaccino orale di tipo Sabin, OPV), non si somministra più nella prima infanzia in Italia, proprio per ridurre il rischio di contrarre la stessa malattia, e si opta per l'inoculazione del virus ucciso (vaccino inattivato, di tipo Salk, IPV).
Inoltre, cosa ancora più importante, i bambini che vengono vaccinati contro il morbillo e la varicella con virus vivo ma attenuato, per alcune settimane dovrebbero poi astenersi dal frequentare luoghi e comunità in cui sono presenti bambini non coperti da immunità naturale od indotta, oppure soggetti immunodepressi / immuno-compromessi, perché proprio l'immunizzazione artificiale (vaccinazione), può essere causa di contagio in una determinata finestra temporale. 
Le risulta che questa misura di sicurezza e prevenzione venga sempre rispettata nelle scuole, nelle case e nei centri di aggregazione giovanile e sportiva?
Inoltre, negli anni passati, vi sono stati casi in Canada, Stati Uniti d'America e Cina, in cui comunità scolastiche, con alta copertura vaccinale (almeno 1 o più dosi ricevute), anche vicine al 99% della comunità, registrassero focolai epidemici di morbillo.
Per esempio in Canada, nel Quebec, nel 1989 in una popolazione dove la copertura vaccinale totale contro il morbillo era del 99%, si verificò un focolaio epidemico con 563 casi, ed il parere degli esperti fu che la incompleta copertura vaccinale non poteva essere una valida spiegazione del focolaio epidemico di Quebec City ("Major measles epidemic in the region of Quebec despite a 99% vaccine coverage", Autori: Boulianne N1, De Serres G, Duval B, Joly JR, Meyer F, Déry P, Alary M, Le Hénaff D, Thériault N.).
Per non parlare del focolaio epidemico di morbillo verificatosi nella città di Corpus Christi, nel Texas (USA), ove, nella primavera del 1985 più del 95% della popolazione scolastica in esame era immune contro il morbillo, ed il 99% di essa era stata vaccinata (solo il 4,1 per cento di questi studenti, 74 su 1806, non mostrava titoli anticorpali, dopo essere stati sottoposti a saggi immunologici, e 14 fra i 74 studenti con assenza di anticorpi, contrassero il morbillo nonostante fossero stati tutti vaccinati (si legga "Measles outbreak in a fully immunized secondary-school population", N Eng J Med, 1987, Mar 26;316(13):771-4, Autori: Gustafson TL, Lievens AW, Brunell PA, Moellenberg RG, Buttery CM, Sehulster LM.).
Significativo è stato poi il recente focolaio registrato in Cina a Beijing, in cui la trasmissione del morbillo è avvenuta fra individui di una popolazione scolastica già immunizzati con la vaccinazione ("A measles outbreak in a middle school with high vaccination coverage and evidence of prior immunity among cases, Beijing, P.R. China.", Autori: Ma R1, Lu L2, Zhangzhu J1, Chen M1, Yu X1, Wang F3, Peng X3, Wu J1., 2016. Published by Elsevier Ltd.).

Lei era al corrente di questi dati ufficiali?

Se a questo aggiungiamo che:

1) il virus del morbillo è a RNA, non a DNA. Esso, pertanto, per struttura genetica tende a mutare più velocemente di altri virus a DNA ed è più instabile rispetto a quest'ultimi; tende a mutare a seconda dell'ambiente in cui vive e degli ostacoli che incontra; dunque, potrebbe elaborare efficaci strategie di fuga dall'estinzione per non soccombere;

2) da diversi decenni si tenta in tutto il mondo la sua eradicazione, su indicazione della OMS: anche nei Paesi avanzati;

3) in passato ci si ammalava facilmente di morbillo da bambini; il morbillo era considerato una malattia esantematica a decorso benigno nella grande maggioranza dei casi e quando i bambini che ne erano affetti si trovavano in buone condizioni di salute, la vincevano senza complicanze e dunque si otteneva una immunità naturale sempre attiva (a vita), senza essere necessario ricorrere a vaccini ed ai relativi richiami (immunizzazione a scadenza); oggi si rischia di trasformare una malattia esantematica con rare complicanze, in un qualcosa di diverso, di più aggressivo ed insidioso proprio per le strategie di coperture vaccinali a tappeto intraprese anche nei Paesi avanzati del mondo, e non solo in taluni Paesi africani ed asiatici, dove i determinanti sociali non sono soddisfacenti in termini di igiene, alimentazione ed assistenza sanitaria.

Inoltre, supponiamo anche che la Sua richiesta al Governatore del Veneto Luca Zaia di rinunciare ad impugnare il Decreto Legge nr. 73/2017 sui vaccini, davanti alla Consulta, venga accolta e che, nel frattempo, il Decreto venga convertito in Legge dal Parlamento senza sostanziali modifiche che lo snaturino, e che, per molti anni a venire, resti Legge dello Stato, recepita da tutte le Regioni e Province Autonome d'Italia. Ebbene, Lei, ha mai pensato che l'incremento di copertura vaccinale, in termini percentuali che Lei si auspica, comporterà nei prossimi anni anche un aumento delle sospette reazioni avverse ai vaccini?
Lo dice la statistica, che è una scienza basata su regole quantitative atte a classificare anche situazioni analiticamente incerte: considerando la mole di dati raccolti dalla farmacovigilanza nel corso degli ultimi anni, aumentando proporzionalmente il numero dei soggetti da immunizzare ed anche il numero delle diverse vaccinazioni previste per ogni individuo dalla nuova normativa varata d'urgenza, potrebbe aumentare sempre proporzionalmente, la frequenza di sospette reazioni avverse registrate. Dunque, ci faccia capire, per mettere al riparo sua figlia e quelli immunodepressi come Lei, dal rischio di contrarre una malattia infettiva da virus o batterio selvaggio, dovremmo pagare il prezzo di avere alcune decine, centinaia, o, addirittura migliaia di possibili reazioni avverse alla vaccinoprofilassi in più, nei prossimi anni: da quelle lievi e passeggere, a quelle più o meno gravi non invalidanti a vita, a quelle gravi che richiedono ospedalizzazione e che rischiano di lasciare danni irreversibili all'integrità psicofisica di chi riceve i vaccini, fino ad arrivare alla morte in casi estremi, come nel sopracitato caso del sig. Tremante.
Mi sembra che la vita di Sua figlia e quella di altri bambini immunodepressi - che non è detto possano dirsi al riparo dal contagio con malattie infettive, per i motivi sopra esposti - verrebbero pesate su un piatto di una bilancia, e sull'altro piatto vi sarebbero le vite di altri bambini e delle relative famiglie, che pagherebbero un prezzo sconosciuto, obbligati alla vaccinazione per non perdere il diritto alla socialità, alla scolarizzazione nelle materne, ed al ruolo di genitori.
Che ne dice? E’ veramente convinto che la Sua soluzione sia davvero esente da rischi per Lei ed anche per tutti i bambini che verrebbero vaccinati in più rispetto ad oggi, in maniera coercitiva, e con un numero di vaccinazioni obbligatorie triplicato in una sola volta (da 4 a 12)?
Noi non saremmo così categorici e sicuri come Lei e come lo sono i medici che potrebbero averLa consigliata al riguardo, e con cui, probabilmente, interagisce.
Nel caso si senta appagato del sacrificio da parte di altri bambini e delle rispettive famiglie, per trarre un indubbio beneficio di sicurezza personale aggiuntivo, anche psicologico, o nel caso tutto ciò costituisca un dolore ed un peso sulla Sua coscienza tranquillamente sopportabile, pur di dare a Sua figlia una certezza di protezione in più (oppure, più probabilmente, l'illusione di essa), ciò è umano e comprensibile. Altresì, Lei non può dire che ciò sia accettabile senza battere ciglio da parte di chi dovrebbe subire passivamente questa sua decisione, senza nessuna possibilità di scelta, addirittura sottostando alla minaccia di perdita o affievolimento della responsabilità genitoriale, e della propria tranquillità/sicurezza economica.
Come vede, ingegnere, la questione non si può liquidare in una soluzione a senso unico.

Ecco perché una adesione consapevole alla prassi vaccinale - all'interno di una cornice autenticamente corrispondente ad un consenso libero ed informato da parte dei genitori, con accertamenti preventivi da effettuare prima delle vaccinazioni scelte - è da preferirsi ad una imposizione vessatoria e ricattatrice da parte delle Autorità.
La profilassi vaccinale - che presenta indubbi vantaggi se praticata con cautela e prudenza, soprattutto in caso di reale necessità ed in determinati momenti storici, epidemiologici e di criticità igienico-sanitaria - non è fatta solo di luci ma anche di ombre, perché sempre di trattamento farmacologico si tratta, e gli effetti collaterali e gli eventi avversi sono contemplati come possibilità dalle stesse case farmaceutiche, non solo dagli organi di vigilanza come l'AIFA.

La Germania - Paese europeo dove l'obbligatorietà della vaccinoprofilassi è assente (nonostante riceva da anni migliaia e migliaia di migranti ogni anno, da Paesi africani, asiatici e mediorientali), essendo le vaccinazioni solo raccomandate e non obbligatorie in territorio teutonico, così come nella vicina Austria - possiede una normativa di legge di indennizzo per danni da vaccino sin dagli anni'60 del secolo scorso, ed è stata fra i primi Paesi ad introdurla nel Vecchio Continente.
Noi abbiamo dovuto attendere il 1992 con la Legge nr. 210 e s.m.i (Legge nr. 229/2005), per dare dignità e riconoscimento alle tante vittime di danni da vaccino precedenti alla sua introduzione. Non crediamo che una persona onesta intellettualmente e rispettosa dello Stato di diritto, potrebbe candidamente negare l'esistenza delle reazioni avverse, dei danneggiati da vaccino e della relativa normativa vigente a tutela di essi.
Grazie per la Sua attenzione.

Luca Scantamburlo, Gianluca Musumeci, Mauro Ottogalli
30 giugno 2017, genitori del Friuli Venezia Giulia e del Veneto

Lettera aperta in riferimento all'articolo:
Caro Zaia, ci ripensi: i vaccini obbligatori salveranno mia figlia”,
La lettera di un papà al governatore del Veneto: "La sua vita è legata al fatto che gli altri siano immunizzati", di ENRICO FERRO, la Repubblica, 28 giugno 2017

domenica 11 giugno 2017

VACCINI E LIBERTA' DI SCELTA: "CITIZENS, NOT SHEEP!"


"We are Citizens, Not Sheep!
A Call to Vaccination Liberty"


di Luca Scantamburlo, 11 giugno 2017

Oggi è l'11 giugno 2017. Genitori obiettori e famiglie da tutta Italia stanno affluendo a Roma, la città Caput Mundi, ove manifesteranno in piazza e per le strade per la libertà di scelta vaccinale, contro la recente emanazione del Decreto Legge d'urgenza voluto dal Ministro B. Lorenzin / Ministero della Salute e CdM, che vuole riformare la profilassi vaccinale per l'infanzia e l'adolescenza, ed il quale pone "stringenti" condizioni alla frequentazione scolastica, e sanziona severamente e salatamente i genitori i cui figli non sono in regola con il calendario vaccinale, nonché vieta l'accesso ad asili nidi e scuole materne per il sistema educativo 0-6 anni, per chi non è in regola. Il Presidente della Repubblica ha apposto la sua firma giorni fa.  Cosa farà il Parlamento italiano? Lo convertirà in Legge entro i 60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale? Visto che da diversi anni a questa parte neologismi e termini anglosassoni ed angloamericani contaminano la nostra lingua italiana, e di tali termini se ne fa un uso smodato e fuori luogo, per una volta cedo anche io alla cattiva abitudine. Parafraso un articolo di una organizzazione no profit americana, che promuove la diffusione del Vangelo cristiano, e per l'occasione lo adatto nel seguente modo:

"We are citizens! Not Sheep!"
"Siamo cittadini! Non pecore" 

Già la professoressa Mary Holland - docente, studiosa ricercatrice e Direttore del Graduate Legal Skills Program alla New York University School of Law, Graduate Lawyering Program, nonché esperta in Legge sulla sicurezza dei vaccini (Vaccine Safety Law) ed indennizzo per danno da vaccino (Vaccine Injury Compensation - ha tenuto un discorso alle Nazioni Unite (New York City) nella primavera 2016, e si è pronunciata nel corso di una conferenza sull'ambiente e la salute, in cui ha ribadito l'importanza del consenso libero ed informato e dei principi guida in materia bioetica e medica, da ottenersi da parte di un paziente o destinatario di un atto medico preventivo. Tale consenso è stato fatto proprio dall'UNESCO (Dichiarazione Universale sulla Bioetica ed i diritti umani, 2005), sulla scorta di quanto già interiorizzato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti umani:

[..]
"In 2005, the UN Educational, Scientific and Cultural Organization, UNESCO, addressed this issue, adopting the Universal Declaration on Bioethics and Human Rights on the consensus of 193 countries.  The participating countries hoped this Declaration, like the Universal Declaration of Human Rights before it, would become a set of guiding principles.  On the issue of consent, the Declaration states that
any preventive…medical intervention is only to be carried out with the prior, free and informed consent of the person concerned, based on adequate information
It further notes that the “sole interest of science or society” does not prevail. 
This pronouncement is an extension of the medical oath, attributed to Hippocrates 2500 years ago, that doctors must work for the good of their patients and never do harm.  Abbreviated as the “first do no harm” principle, this credo embodies the precautionary principle in medicine, clearly placing the interests of individual patients above the interests of the collective or the “herd.”

Fonte:
25th International Health and Environment Conference United Nations Vaccination Policies and Human Rights,
Mary Holland Research Scholar, NYU School of Law
April 26, 2016


Si veda nello specifico la Dichiarazione Universale sulla bioetica e i diritti umani (2005):

Articolo 6. Consenso

1. Ogni intervento medico preventivo, diagnostico o terapeutico deve essere realizzato con il previo libero e informato consenso della persona interessata, basato su un'adeguata informazione. Il consenso, dove appropriato, deve essere espresso e può essere ritirato dalla persona interessata in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo, senza conseguenti svantaggi o pregiudizi.

Dichiarazione Universale sulla bioetica e i diritti umani (2005)
Data di adozione:
19/10/2005
Organizzazione che ha prodotto il documento:
UNESCO

Approvato dalla Conferenza Generale dell’Unesco il 19 ottobre 2005.


 Fonte: http://unipd-centrodirittiumani.it/it/strumenti_internazionali/Dichiarazione-Universale-sulla-bioetica-e-i-diritti-umani-2005/192

 
Udine, 3 giugno 2017, Piazza della Libertà.
Manifestazione organizzata dalla Codacons friulana e
dai Comitati FVG per la libertà di scelta vaccinale

Foto di Luca Scantamburlo (C) giugno 2017


giovedì 1 giugno 2017

Vaccini, farmacovigilanza ed indagini della Procura della Repubblica di Torino. Lettera aperta ai Ministri, e per conoscenza al Parlamento ed al Presidente della Repubblica


26 maggio 2017, Friuli Venezia Giulia

Ai Ministri ed alla Presidenza del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana

Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma – Italia
p.c.  AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Egregio Signor Presidente Sergio MATTARELLA,
Prof. e Giudice Costituzionale Emerito
Palazzo del Quirinale, Piazza del Quirinale - 00187 Roma

p.c. Alla c.a. Nerina DIRINDIN, Senatore della Repubblica

p.c. Alla Commissione Affari Sociali e Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato
p.c. Ai Presidenti di CAMERA e SENATO ed ai Capigruppo di Partito al Parlamento

Signor Presidente della Camera e del Senato
Piazza dei Caprettari n. 79, corrispondenza di Palazzo di Piazza Madama 00186 – Roma
SENATO DELLA REPUBBLICA

p.c. Alla stampa ed al pubblico

Onorevole Ministro
Signor Presidente

Le chiediamo gentilmente qualche minuto del Suo tempo per ascoltare la voce di questa nostra lettera. Siamo tre genitori accomunati tutti dalla volontà di esercitare al meglio la nostra responsabilità genitoriale, e siamo anche portavoce di alcuni genitori che vivono nella nostra Regione, il Friuli Venezia Giulia. A breve, uno di noi porterà la propria figlia all'appuntamento per la seconda dose antitetanica ed alla prima dose antidifterica (vaccino combinato DT), nonostante sia da anni un genitore obiettore cauto e prudente rispetto alla vaccinoprofilassi, di cui conosce i riconosciuti benefici ma anche i rischi delle reazioni avverse, sempre presenti ed associati a questo atto sanitario.
Un altro - il più anziano di noi tre - è un genitore che anni fa - ottemperando all'obbligo di calendario vaccinale imposto dall'Autorità sanitaria - si ritrovò poi il secondogenito vittima di danno da vaccino (reazione /evento avverso, il cui nesso causale fu riconosciuto dalle apposite autorità (Commissione Medico-Ospedaliera, CMO, e dal Ministero della Salute). Il terzo genitore è una madre che ha seguito un iter di obiezione attiva alla vaccinoprofilassi, non per convinzioni ideologiche ma per un principio di massima precauzione. Le confessiamo che siamo inquieti e sgomenti.

Abbiamo saputo recentemente che la Procura della Repubblica di Torino ed i NAS dei Carabinieri stanno investigando sulla sicurezza dei vaccini (in particolare sull'esavalente somministrato alla prima infanzia, ma presumiamo non solo su questo, cfr. articolo pubblicato da La Stampa di Torino, 14.05.2017). Leggendo e documentandoci abbiamo appreso che vi sarebbe - relativamente ai vaccini - un possibile rischio di contaminazione da particolato inorganico estraneo micro e nano-dimensionato, emerso da alcune analisi di laboratorio effettuate da più di una dozzina di anni presso una eccellenza scientifica privata italiana (situata a Modena, uno dei primi 100 laboratori scientifici di analisi chimico-fisica d'Europa, in termini di qualità). Infatti, la contaminazione è stata riscontrata in una trentina di vaccini ad uso umano commercializzati ed usati in Italia e Francia (analisi su una quarantina di campioni). Solo 1 campione analizzato, ad uso veterinario, è risultato esente da impurità inorganiche estranee potenzialmente tossiche e scatenanti processi infiammatori.

Questo rischio oggetto d'indagine, dovrebbe essere preso con estrema serietà da tutte le figure coinvolte in tema di salute: il Ministero della Salute, l'ISS, l'AIFA, ma anche il Consiglio dei Ministri ed il Parlamento italiano e la Commissione permanente Igiene e Sanità del Senato. Così non sembra. Il recente decreto legge annunciato nelle sue linee guida in conferenza stampa il 19 maggio 2017, dopo la riunione del Consiglio dei Ministri, ne è la prova (rif.: "VACCINAZIONI OBBLIGATORIE IN ETÀ INFANTILE. Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale", Comunicato Stampa del Consiglio dei Ministri nr. 30).
Avete dato semaforo verde ad una iniziativa legislativa per decreto, che prevede la preclusione all'accesso scolastico per coloro i quali non siano in regola con il certificato vaccinale (al di là di legittimi dubbi di possibile provvedimento anticostituzionale, che lederebbe il diritto all'istruzione ed alla socializzazione per tutti, discriminando inoltre in base alla disponibilità economica propria, nell'affrontare elevate sanzioni amministrative), e Lei come Ministro ed i suoi colleghi vi siete assunti tutte le responsabilità politiche e soprattutto morali di una tale decisione. Anche il nuovo sistema sanzionatorio previsto e molto più severo del precedente, che vuole fungere da deterrenza e scoraggiare obiezioni alla vaccinoprofilassi la quale, nella grande maggior parte dei casi, era conseguenza di una attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio (nell'interesse della prole), ci sembra non rispondere né alla situazione igienico-sanitaria attuale, né a quella epidemiologica italiana, né alle promesse ed agli impegni sbandierati per anni che indicavano da parte delle Istituzioni e degli enti sanitari regionali e nazionali, la volontà di promuovere una campagna informativa di adesione consapevole, rigettando strumenti e forme di coercizione che appartengono ad un buio passato. Voi stessi, durante recenti conferenze stampa, avete detto che non vi è alcuna emergenza sanitaria in corso.

In uno Stato di diritto ed in una Repubblica in cui i cittadini e le associazioni partecipano e contribuiscono ai dibattiti con segnalazioni e proposte, non può che esserci un felice connubio fra il Governo dei loro rappresentanti - scelti in libere elezioni o nominati come tecnici - ed il popolo il quale è sovrano in Italia, nei limiti e nelle forme stabilite dalla Costituzione.
Ma se i parlamentari ed i Governanti si arrogano il diritto di ignorare o sottovalutare problematiche di sicurezza in tema di salute portate alla luce del sole da pochi scienziati e ricercatori onesti - e finalmente oggetto d'indagine da parte della Magistratura - e se tali Governanti si affrettano a promulgare leggi draconiane che non tengono minimamente in considerazione il diritto all'autodeterminazione in tema di salute (compresso fin quasi all'annullamento) e il diritto ad un consenso autenticamente libero ed informato in materia di trattamento farmacologico, ledendo la loro dignità di persone e di cittadini, ebbene tutto ciò potrebbe avere potenziali conseguenze irreversibili sulla salute di molti bambini ed adolescenti e sulle loro famiglie per molti anni a venire. In contrasto fra l'altro con la Convenzione di Oviedo (trattato internazionale di bioetica, siglato ad Oviedo nel 1997), a cui l'Italia ha aderito ed ha recepito con la Legge n. 145 del marzo 2001.

Forse - se tale problema di sicurezza dei farmaci vaccini è presente da decenni - le conseguenze di potenziale danno da vaccino hanno già colpito molte famiglie italiane. I dati AIFA - quelli disponibili fino al 2013 - lo attestano già come cartina tornasole di una situazione anomala (e non si tratta di poche unità di danneggiati da vaccino per milioni di dosi inoculate, come abbiamo sentito dire). Potrebbe esserci una dolorosa realtà sommersa, non intercettata per negligenze del personale medico (mancata farmacovigilanza) o per inconsapevolezza e stanchezza delle famiglie colpite da sospette reazioni avverse ai vaccini.
Ci appelliamo dunque alla Vostra sensibilità, mostrata per salvaguardare il diritto all'istruzione costituzionalmente garantito. Sensibilità evidenziata, ad esempio, dal Ministro Fedeli qualche giorno prima di essere rinnegata poi in un secondo momento, quando tutti abbiamo letto frasi attribuite a Lei che hanno tradito una sospetta inversione di marcia in tema di vaccinoprofilassi ed obbligo, abrogando o correggendo/integrando di fatto il DPR 355/1999 che garantisce / garantiva l'accesso alla scuola dell'obbligo anche ai non vaccinati, ad eccezione di momenti di emergenza sanitaria in cui è prevista la temporanea sospensione dalla frequenza (una grande conquista civile in un Paese avanzato, dove i determinanti sociali di igiene pubblica e sanitaria sono da decenni di buon livello quasi su tutto il territorio).
Infatti la normativa in vigore dal 1998 e dal 1999, già contemplava il monitoraggio e l'intervento delle Autorità in caso di emergenza sanitaria.
Siccome il decreto DPR 355/1999 già imponeva - come da comma 2 dell'articolo nr. 1 - che il capo scolastico notificasse alle Autorità sanitarie le situazioni di non conformità - cioè chi e quanti bambini non vaccinati fossero presenti a scuola - il provvedimento recentemente annunciato dal Governo - con il Ministero della Salute in testa - ed al vaglio dei tecnici che ne studiano la stesura per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, oltre ad aver triplicato il numero di vaccinazioni obbligatorie per la prima infanzia e ad aver introdotto restrizioni ulteriori all'accesso scolastico, non fa altro che ribadire i doveri istituzionali dei dirigenti e degli amministratori scolastici che erano già presenti sin dall'anno 1999.
Ecco il passaggio normativo in vigore da 18 anni (DPR 335/1999):

2. Nel caso di mancata presentazione della certificazione o della dichiarazione di cui al comma 1, il direttore della scuola o il capo dell'istituto comunica il fatto entro cinque giorni, per gli opportuni e tempestivi interventi, all'azienda unità sanitaria locale di appartenenza dell'alunno ed al Ministero della sanità. La mancata certificazione non comporta il rifiuto di ammissione dell'alunno alla scuola dell'obbligo o agli esami.

Inoltre, la suddetto decreto DPR 355 dice, sulla stessa lunghezza d'onda di quanto da voi discusso, al comma nr. 3 dell'articolo 1:

3. E' fatta salva l'eventuale adozione da parte dell'autorità sanitaria di interventi di urgenza ai sensi dell'art. 117 del D.L.vo 31.3.98, n. 112.". La quale norma del decreto sopra richiamato, all'articolo 117, dice:
Art. 117. Interventi d'urgenza 1. In caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunita' locale. Negli altri casi l'adozione dei provvedimenti d'urgenza, ivi compresa la costituzione di centri e organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o alle regioni in ragione della dimensione dell'emergenza e dell'eventuale interessamento di piu' ambiti territoriali regionali.
2. In caso di emergenza che interessi il territorio di piu' comuni, ogni sindaco adotta le misure necessarie fino a quando non intervengano i soggetti competenti ai sensi del comma 1.

Che bisogno c'era dunque d'intervenire con questo decreto legge d'urgenza, scardinando prassi consolidate in tema di diritto all'obiezione, e togliendo o facendo passare in secondo piano la discrezione di agire del Sindaco, Autorità locale?
Vorremmo anche che fosse chiarito il viaggio compiuto quasi tre anni fa dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, a Washington (USA), ricevuta alla Casa Bianca nel settembre 2014 in compagnia anche del Presidente dell'AIFA, il Prof. Sergio Pecorelli, in occasione del Global Health Security Agenda (GHSA). Sono state emanate delle direttive riservate, impartite al nostro Ministero? Sono stati siglati dei protocolli per attivare strategie di campagne e coperture vaccinali straordinarie, che servano da modello per altri Paesi dell'Occidente?
http://www.aifa.gov.it/content/italia-capofila-le-strategie-vaccinali-livello-mondiale "Italia capofila per le strategie vaccinali a livello mondiale"
Comunicato stampa 387
29/09/2014

Se così fosse, ebbene, siccome in conferenza stampa Voi ministri avete parlato di altro, sarebbe lecito pensare che sarebbero dunque state mascherate le vere ragioni di questi provvedimenti legislativi severissimi, già apparentemente decisi a tavolino almeno tre anni fa ed eterodiretti, e non frutto di situazioni contingenti del territorio italiano.
Il sospetto - legittimo - è che Lei - Ministro - sia stato consigliato da qualcuno che in buona o cattiva fede (questo non lo sappiamo) abbia sottostimato o completamente ignorato la problematica di sicurezza di vaccini sporchi, che dovrebbero essere puliti ed esenti da contaminazioni (anche pochi ppm possono portare al bio-accumulo di sostanze inorganiche e soprattutto metalliche, soprattutto quando non biodegradabili se la micro e nano contaminazione è costituita da particelle, le quali sono in grado di produrre interferenza nel metabolismo umano e scatenare processi infiammatori anche gravi). Sull'aspetto delle reazioni avverse ai vaccini ed ai loro componenti, già contemplate dalla Legge 210 dal 1992 e s.m.i., e dalla documentazione in allegato ai farmaci vaccini stessi, ci sarebbe molto da dire, come sulla farmacovigilanza attiva che è quasi inesistente in Italia, a parte sporadici casi attivati in alcune Regioni più virtuose. Voi ne avete parlato in conferenza stampa? Non ci pare. Per non parlare dell'accesso ai dati di farmacovigilanza e sulla loro trasparenza. Questa cupa atmosfera di censura che si respira negli ultimi due anni, e le pressioni e velate intimidazioni sollevate recentemente nei confronti degli operatori sanitari – infermieri e medici – che suggerivano e suggeriscono una estrema prudenza nel condurre la profilassi vaccinale (di cui riconoscono i meriti in ambito sanitario, ma anche le problematiche e criticità di utilizzo), sembrano in attrito con quanto ribadito dalla Sentenza della Corte Costituzionale nr. 258/1994, che invitava già più di venti anni fa a procedere ad analisi ed “accertamenti preventivi idonei” al fine di prevenire o limitare complicanze (cioè reazioni avverse con danni irreparabili).
Le questioni di legittimità costituzionale furono all'epoca non ammesse (pronunzia di inammissibilità), ma la Corte Costituzionale richiamò l'attenzione del Legislatore, affinché:

[...] siano individuati e siano prescritti in termini normativi, specifici e puntuali, ma sempre entro limiti di compatibilità con le sottolineate esigenze di generalizzata vaccinazione, gli accertamenti preventivi idonei a prevedere ed a prevenire i possibili rischi di complicanze.”

Ma la sentenza parlava di mantenere ferma la obbligatorietà delle vaccinazioni, “alla luce delle conoscenze mediche”. E gli accertamenti preventivi di cui parla la sentenza, sono rimasti praticamente lettera morta sino ad oggi a causa della mancata attività legislativa o normativa tecnica (il Ministero della Salute non ha mai formalizzato la cosa), ed addirittura disattesi con la recente accelerazione degli Organi sanitari nazionali, e degli organi politici locali, regionali e nell'ambito dell'Accordo Stato-Regioni, perché oggi la profilassi venga intensificata in numero, in riferimento all'età evolutiva, stringendo le maglie che si oppongono alla obiezione di coscienza attiva (con l'ormai certo diniego dell'accesso scolastico a chi non è in regola con il calendario vaccinale, per il sistema 0-6 anni), e senza attivare un protocollo di esami medici preventivi di cui sopra. A nostro giudizio se il potenziale rischio di contaminazione inorganica da corpi estranei fosse confermato in futuro da ulteriori analisi indipendenti, le Autorità – modificando nel frattempo l'attuale ordinamento legislativo ed imponendo il rispetto del calendario vaccinale come requisito indispensabile e tassativo per l'accesso scolastico, pena il pagamento di sanzioni amministrative salatissime oppure l'esclusione sociale per asili nidi e scuole materne – indurrebbero o addirittura costringerebbero dunque le famiglie meno abbienti - per ottemperare agli obblighi di istruzione e formazione scolastica o per garantire semplici rapporti sociali di gioco, comunità e prima educazione ai bambini più piccoli - a correre un rischio sanitario sottovalutato o non valutato correttamente, dalle conseguenze imprevedibili per la salute dei propri figli/figlie, soprattutto in età prescolare e scolare, e probabilmente già in relazione con il sensibile aumento di disfunzioni cognitive in età evolutiva (soprattutto Disordini dello Spettro Autistico - Autism Spectrum Disorders, ASD - ma anche disturbi di comportamento come il disturbo da deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD) registrato in tutto il mondo dagli anni'80 del secolo scorso ad oggi, le cui cause – di natura genetica e di offesa/insulto ed inquinamento ambientale – non sono oggi ancora chiare, soprattutto nella loro combinazione ed effetto sinergico.

Oltre poi alle contemplate reazioni avverse al vaccino, quasi immediate e chiamate anafilattiche (ben sottolineate nei foglietti illustrativi dei farmaci vaccini), vi sono le meno note - ma anche queste possibili ed indicate - dermatiti atopiche, disturbi neurologici post-vaccinali, ed in particolare encefaliti, sindrome di Guillain-Barré, meningite asettica e la cosiddetta sindrome A.S.I.A. (Autoimmune/Infiammatory Syndrome Induced by Adiuvants), acronimo inglese che sta per "Sindrome Infiammatoria Autoimmune Indotta da Adiuvanti", uno spettro di disturbi della salute immuno-mediata causati da fenomeni di mimetismo molecolare, nei quali l'organismo aggredisce se stesso. Anche la la sindrome di Kawasaki - altra malattia autoimmune che si manifesta nell'infanzia e sconosciuta nei secoli precedenti - sembra potere essere correlata alla vaccinoprofilassi (mancano studi certi e riconosciuti).

Ministro, sappia che la medicina non è una scienza esatta ma è un felice incontro e fusione fra arte medica (conoscenza di tecnica, possesso di esperienza clinica ed intuito del medico) ed un sapere scientifico multidisciplinare, e che gli antichi principi galenici ed ippocratici sono ispirati al motto "primum non nocere", proprio perché la medicina non è una scienza esatta, e mai lo è stata. Già l'Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, s'interrogò il 18 marzo 2010 fa sullo statuto epistemologico e metodologico della medicina, e sulle sue recenti aspirazioni a divenire scienza esatta: ma soprattutto sottolineava anche che l'obiettivo che essa dovrebbe avere, è quello di curare la persona e non un uomo-macchina da riparare ("Se la medicina vuole essere una scienza esatta. Per un approccio umanistico alla cura della persona", cfr. Per una medicina umanistica. Apologia di una medicina che curi i malati come persone, Torino, Lindau, 2010).

Al Presidente della Repubblica ed ai parlamentari italiani la scelta - nel loro ruolo di rappresentanti del popolo - di convertire o meno in Legge il decreto appena varato dal Governo, e se dunque optare per una frettolosa ed incauta decisione, oppure per una riflessione più profonda e prudente, in merito ad una questione che ha già provocato fratture nella società civile: divisioni e conflitti sociali, sia all'interno di molte famiglie disorientate e colte di sorpresa, sia all'interno della comunità medica. Comunità medica la cui maggioranza è attualmente guidata da alcune élite sanitarie dirigenziali e da alcuni vertici degli Ordini dei Medici delle città d'Italia, le quali stanno sovente terrorizzando psicologicamente e schiacciando il dissenso di pochi medici coscienziosi e prudenti, alcuni dei quali messi sotto procedimento disciplinare soltanto per aver raccomandato prudenza, e sospettati di infedeltà, o già radiati dall'Ordine di appartenenza per le loro opinioni espresse in coscienza ed in piena indipendenza di giudizio.

Ministri, se tutti Voi all'unisono avete agito in buona fede per la tutela della salute pubblica, non dimenticate che anche i danneggiati da vaccino e le loro famiglie costituiscono - nel loro insieme - una moltitudine sfortunata, ed il sacrificio della salute individuale per garantire un presunto vantaggio in termini di salute pubblica, non è accettabile, e ancor meno quando viene estorto con il ricatto ed un sistema repressivo (che fra l'altro, discrimina le famiglie dal punto di vista economico, cioè per censo, garantendo a quelle più benestanti la facoltà di scegliere se vaccinare o meno e contro quale malattia, e permettersi di pagare salate sanzioni per mettere al riparo la prole, o procrastinare il massiccio programma obbligatorio di vaccinoprofilassi triplicato in un colpo solo con questo decreto di emergenza dal rigore draconiano, che non ha precedenti al mondo).

Deputati e Senatori e le massime cariche dello Stato hanno una responsabilità enorme sulle spalle, nei prossimi mesi: confermare questo decreto legge oppure affossarlo e ripensare politicamente quanto accaduto, in attesa degli esiti delle indagini della Magistratura e di fare chiarezza sulla reale natura del viaggio a Washington avvenuto nel 2014 (con protagonisti l'Onorevole B. Lorenzin ed il Prof. Pecorelli dell'AIFA), che sembra essere correlato con la politica sanitaria applicata negli ultimi tre anni, e soprattutto con l'aggressiva campagna di informazione istituzionale e regionale, in tema vaccinoprofilassi, ma a senso unico. Il dibattito sulla vaccinoprofilassi – noi crediamo- dovrebbe essere riaperto, perché le evidenze scientifiche e della letteratura medica indicano ragionevolmente che non può essere declinato in una soluzione a senso unico. Ci rivolgiamo a Voi, dunque, in ultima istanza, in quanto rappresentanti del popolo chiamati a votare una nuova legge.

Possa la voce della Vostra coscienza di persone - e solo quella, scevra di interessi di partito e lontana da ingerenze di qualunque tipo - esservi da guida ed ispirarvi in questo cruciale momento della Storia parlamentare e di Governo della nostra Repubblica. 
 
In fede che riconsideriate,
Mauro Ottogalli, Luca Scantamburlo, Ambra Fedrigo 
26 maggio 2017, FVG
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Fine lettera aperta
Diffusa on-line in data 01.06.2017

sabato 11 marzo 2017

VACCINI: INCHIESTA SULLE REAZIONI AVVERSE. Giappone ed Italia a confronto. Seconda parte

di Luca Scantamburlo







Situazione di diffusione del vaiolo fra il 1954 ed il 1957.
Fonte dati: World Health Organization (WHO) Bulletin, EB 21/WP/21, gennaio 1958, Campagne contro il vaiolo, Pan American Sanitary Bureau (PASB), Scientific Publication, No. 40, giugno 1958,  Four Year Reports on Health Conditions in the Americas.
Photo and Illustration Credits:CDC/ Dr. Donaldson;
World Health Organization; Pan American Sanitary Bureau
Fonte immagine: CDC, USA



Nella prima parte della mia inchiesta dedicata alla vaccinoprofilassi ed in particolare alla questione delle reazioni avverse, ho diffuso la intervista con la dottoressa Hiroko Mori, che in passato è stata a capo della Sezione Malattie Infettive dell'Istituto di Salute pubblica del Giappone.
La questione della vaccinoprofilassi è un tema molto delicato, perché diritti individuali si scontrano con l'interesse della collettività, la cui salute viene tutelata dalle Autorità sanitarie e dal Legislatore, che in Italia impone una vaccinazione obbligatoria (a differenza della Germania, e del Giappone, dove non c'è obbligatorietà, come già da me ricordato nella prima parte della inchiesta).
Nondimeno, la vaccinoprofilassi, essendo un atto medico che prevede la somministrazione di un farmaco quasi sempre nel sangue (ad eccezione di quelli somministrati oralmente), non è esente da rischi. Fortunatamente il mercurio – in passato usato come componente/ingrediente di un conservante (il thimerosal) – è stato ridotto od eliminato da molti vaccini negli ultimi anni (eliminato soprattutto in quelli ad uso pediatrico). In alcuni è contenuto solo in tracce. Ma l'alluminio - invece - continua ad essere frequentemente usato, purtroppo, poiché esso ha la funzione di potenziare l'efficacia della risposta immunitaria (è contenuto nei sali di alluminio, come adiuvante immunologico). Il suo impiego si accompagna talvolta all'insorgenza di sospetti effetti collaterali. La vaiolizzazione fu introdotta per la prima volta in Europa in Inghilterra nel 1771. Fino ad allora, l'umanità come specie Homo Sapiens Sapiens ha nondimeno vissuto sulla Terra per decine di migliaia di anni senza estinguersi a causa di epidemie (esaurite per inerzia e calo di virulenza, e/o per strategie di contenimento ed isolamento dei malati, e di miglioramento delle condizioni igieniche e delle modalità di cura dei malati infetti, portate avanti negli ultimi 4/5 secoli). Precedentemente, si pensi alla malattia infettiva della peste - alla cosiddetta “Morte Nera” di cui celebre fu la pandemia del 1348 - vi furono decine di milioni di morti in Europa. Ma poi la epidemia si arrestò e scomparve, per poi riapparire sporadicamente nei secoli successivi. Allora non vi era certamente la profilassi vaccinale di jenneriana memoria, che fu praticata solo dal 1796. E furono soprattutto i ratti i vettori di tale malattia infettiva, e dunque la sua diffusione era legata alla scarsa attenzione all'igiene pubblica e personale.



IMMUNITÀ DI GREGGE: IL 95% DI COPERTURA? PER LE MALATTIE PIÙ TEMIBILI È SUFFICIENTE L'80/85 % NEI PAESI AVANZATI
L'effetto gregge e la cosiddetta teoria della "immunità di gregge" (in inglese herd immunity, il cui concetto teorico è stato espresso per la prima volta nel 1923, Topley e Wilson) è una sorta di protezione indiretta in cui individui non immuni sono protetti da una certa massa critica di individui che sono già diventati immuni alla malattia, o tramite contatto naturale con l'agente patogeno infettivo, o attraverso la immunizzazione indotta artificialmente (si parla di soglie di immunità di gregge, in inglese Herd immunity Thresholds, HITs). Per molto tempo in medicina si è dibattuto se l'arresto o il rallentamento di una epidemia dipenda dalla perdita della virulenza dell'agente patogeno stesso, che va spegnendosi, oppure a causa della protezione indiretta offerta dalla immunità di gregge (o di branco). In proposito il dr. Fabio Franchi - medico di Trieste specializzato in Igiene e Medicina preventiva, ed in Malattie Infettive - ad esempio, ha già sottolineato giustamente che:
" [...] La discussione attuale sui mezzi di informazione verte sull’efficacia data da un grado di copertura oscillante attorno al 95%. Spesso si ingaggiano furiosi dibattiti per discutere sull’importanza dell’1% in più o l’1% in meno. Sarebbe forse questo grado alto di copertura a proteggerci dalla ricomparsa di epidemie terribili del passato? Sarebbe la sua piccola flessione motivo razionale per giustificare la misura coercitiva dell’obbligo vaccinale? Ciò non è affatto vero. Infatti meno della metà della popolazione italiana è immunologicamente protetta, eppure epidemie importanti non ci sono. Per inciso, ricordiamo che la protezione da vaccino (a differenza di quella da malattia naturale) ha una durata limitata, attorno ai 3-10 anni." Fonte: file pdf del dr. Fabio Franchi, "L’effetto gregge (quando c’è)" NB: questa disquisizione è a carattere teorico e non vuole sostituirsi alle indicazioni che vengono date da medici e pediatri in loro scienza e coscienza - Fabio Franchi 20170130, www.dissensomedico.it

Ora, se andiamo a scartabellare e spulciare vecchi documenti ufficiali relativi ai piani nazionali di prevenzione vaccinale approntati in Italia negli anni passati, troviamo una cosa molto interessante: prendiamo in esame il Piano Nazionale Vaccini
1999-2000, approvato alla Conferenza Stato Regioni del 18 giugno 1999, la cosiddetta conferenza permanente avente per oggetto i rapporti fra lo Stato e le Regioni e Province Autonome di Bolzano e Trento.
Lo si può scaricare dal sito governativo del Ministero della Salute:
www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_77_allegato.pdf‎ 

Ebbene, nel testo si sottolinea quanto segue al punto 14:

14. Legislazione: superamento dell’obbligo e obiezione alle vaccinazioni
"[...] il Consiglio Superiore di Sanità, nella seduta del 15 novembre 1995 ravvisava l’opportunità di considerare, in virtù dell’evoluzione culturale ed economica della società italiana, lo spostamento delle vaccinazioni dagli interventi impositivi a quelli della partecipazione consapevoli della comunità.  Il superamento dell’istituto dell’obbligatorietà delle vaccinazioni può essere realizzato solo nel lungo termine, con interventi graduali che permettano di consolidare e migliorare i risultati fin qui raggiunti in termini di prevenzione delle malattie bersaglio. E’ auspicabile che, nel frattempo, vengano studiati idonei strumenti legislativi che permettano di risolvere situazioni estreme di rifiuto ideologico delle vaccinazioni salvaguardando allo stesso tempo il diritto dei singoli a scelte individuali in materia di salute e gli interessi della collettività per gli aspetti di sanità pubblica"


Se si confronta lo spirito con cui è stato scritto dagli esperti ministeriali decenni fa questo testo – ed in particolare questo passaggio citato – con l'allarmismo mediatico diffuso in questi ultimi mesi e centrato sul medesimo tema, anche in riferimento alle nuove normative locali e regionali in tema di salute pubblica che stanno prendendo piede, non si può che restare perplessi. Soprattutto perché allora a livelli ministeriali e di Conferenza Stato Regioni si poneva l'accento sul fatto di salvaguardare in ogni caso – senza penalizzarlo - il diritto alla libera scelta in materia terapeutica e farmacologica da parte di chi rivendica l'obiezione attiva alle vaccinazioni oppure una libera scelta di calendario e di personalizzazione delle vaccinazioni “[...] il diritto dei singoli a scelte individuali in materia di salute”. Ciò che oggi non si vorrebbe più fare in tema di vaccinoprofilassi per l'infanzia, in direzione diametralmente opposta e utilizzando strumenti legislativi coercitivi e/o discriminanti rispetto alle conquiste del passato (pena cioè la minaccia di esclusione sociale e del diritto allo studio ed alla formazione degli infanti e dei bambini, non in regola con il certificato vaccinale da esibire).
Quanto illustrato – in relazione ai provvedimenti e delibere locali e regionali approvate oggi (in odore di possibile anti-costituzionalità) che prevedono il tassativo rispetto del calendario vaccinale per accedere agli asili nido ed alle comunità scolastiche dell'infanzia – suona davvero paradossale e per i seguenti semplici motivi, a mio giudizio:

1) all'inizio di gennaio 2017 lo stesso Istituto Superiore di Sanità (ISS) – con il suo EpiCentro, portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute – ha affermato a proposito del susseguirsi di articoli e notizie destanti ansia e preoccupazione a causa di casi di Meningite verificati in tutta Italia, che la meningite desta allarme solo a livello mediatico, non epidemiologico: “Meningite: l’epidemia è solo mediatica”, affermando (cito testualmente):

“ […] Cosa succede? È veramente un’emergenza? Cosa è cambiato? Cosa dobbiamo temere? La risposta è più semplice di quanto molti possano pensare: si tratta solamente di una “epidemia mediatica”, in cui il patogeno, che si sta moltiplicando a dismisura, contagiando giornali e lettori, è semplicemente la notizia giornalistica. Cosa dicono i dati? Dal punto di vista scientifico ed epidemiologico, la diffusione delle malattie invasive (meningiti e/o sepsi) è sovrapponibile a quella dell’anno precedente. Il patogeno più pericoloso, il meningococco, continua a essere responsabile, in Italia, di circa 200 casi l’anno, mentre le forme invasive prevenibili con vaccinazioni dello pneumococco sono in diminuzione. "


Articolo a cura di Fortunato D’Ancona, Maria Grazia Caporali, Paola Stefanelli dello Istituto superiore di sanità, i quali hanno sottolineato che l'unica anomalia è stata rilevata nella sola zona centrale della Regione Toscana, con diversi casi da meningococco C, dovuti alla diffusione in quella specifica area di un “clone di meningococco particolarmente aggressivo”.
Fonte:
http://www.epicentro.iss.it/problemi/meningiti/EpidemiaMediatica.asp

2) Se guardiamo le percentuali di coperture vaccinali presenti in Italia alla fine degli anni '90 del secolo scorso per le Vaccinazioni contro poliomielite, difterite, tetano, epatite B (le quattro vaccinazioni obbligatorie vigenti) nello stesso documento del Ministero della Salute prima citato (Piano Nazionale Vaccini 1999-2000), non tutte le Regioni avevano ancora raggiunto il valore percentuale del 95%, stabilito già a quel tempo come soddisfacente in termini di sicurezza per la salute pubblica (su suggerimento, pare, della OMS). Nemmeno per le vaccinazioni raccomandate e consigliate già a quel tempo, non obbligatorie (contro le malattie della Pertosse, e dello Hib), ove i valori erano ben lontani dal 95.
Vi era allora l'allarmismo di oggi e la preoccupazione diffusa presso enti regionali e locali? No, non mi pare ci fosse. Vi erano gravi epidemie o focolai di poliomielite o difterite? Vi era certamente lo sforzo degli operatori sanitari teso a raggiungere i livelli di sicurezza auspicati e progettati, dove la percentuale di copertura non era soddisfacente. Prendiamo ad esempio alcuni valori dalla Tabella 3 – Copertura vaccinale (%) tra 12 e 24 mesi per i bambini nati nel 1996 stimata secondo la recente indagine campionaria ICONA per regione.

Per la Regione Campania abbiamo i seguenti valori di copertura vaccinale in percentuale, raggiunti a quel tempo:
87,1 88,6 70,5 87,6 26,5 3,8 rispettivamente per le seguenti malattie: Poliomielite, Difterite, Tetano, Pertosse, Epatite B, Morbillo, Hib (antiemofilo tipo b)
Sono tutti valori – per tutte e quattro le vaccinazioni obbligatorie - ben al di sotto del 95% considerato ottimale e sufficiente.

Per la Regione Abruzzo, abbiamo anche in questo caso tutti valori di percentuale di copertura inferiori al 95%:
Abruzzo: 94,8 93,9 90,6 94,8 45,5 20,3

Per la Regione Sicilia, abbiamo
Sicilia: 90,6 93,0 86,3 91,1 44,6 2,8
anche in questo caso tutti valori di percentuale di copertura inferiori al 95%.

Per la Provincia Autonoma di Bolzano, abbiamo i seguenti valori:
PA Bolzano: 88,0 90,9 73,2 85,6 28,1 39,2
Anche in questo caso, tutti i valori di percentuali di copertura sono ben al di sotto del valore del 95%.

La vicina Provincia Autonoma di Trento, più virtuosa, con i seguenti valori:
PA Trento: 99,0 99,0 94,3 98,1 58,0 11,4

Tuttavia queste cifre sono spesso già al di sopra del corretto valore di percentuale soglia al di sotto del quale – in caso di focolaio epidemico - si ha un contagio significativo non arrestato dalla linea di contenimento offerta dalla immunità di gregge.
Questi valori di copertura vaccinale citati risalgono a circa venti anni fa. Non ricordo allora alcun dibattuto infuocato presso il Ministero, o presso giunte regionali e comunali, né le prime pagine dei giornali dedicate quasi costantemente al tema del calo della copertura. Né chi scrive ricorda un allarmismo mediatico analogo a quello registrato recentemente su tutti i giornali e periodici. Anche allora, con valori di copertura ben inferiori ad oggi, la soglia di immunità di gregge era già stata raggiunta per gli agenti patogeni più pericolosi (ad eccezione del morbillo, il quale presso comunità infantili in buone condizioni salute, nei Paesi avanzati, nel passato è sempre stato considerato una malattia esantematica a decorso benigno, salvo rare complicanze in caso di immunodepressione).
L'ultimo caso registrato in Italia di poliomielite (o “paralisi flaccida” infantile, gravissima malattia infettiva a carico del Sistema Nervoso Centrale, che colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei 5 anni di età) risale al 1982, mentre in America al 1979, ed è per questo che l'Europa e l'America sono state dichiarate aree Polio-free rispettivamente nel 2002 e nel 1994 (dati tratti dal già menzionato EpiCentro, ISS, il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica certificato dallo OMS come membro del Vaccine Safety Net)
fonte: http://www.epicentro.iss.it/problemi/polio/polio.asp
Per quanto riguarda la difterite, in Italia “non sono più stati registrati casi di difterite infezione da C diphtheriae tossinogenico a partire dal 1996”, mentre nel periodo 2000-2014 si sono verificati 2 casi (causati da C. ulcerans) ed entrambi localizzati nel Nord Italia (Fonte EpiCentro, ISS). Ciò è altrettanto paradossale a mio avviso, essendo le regioni con più bassa copertura vaccinale – negli anni passati - localizzate nel Sud Italia. Sempre nel periodo citato, altri 5 casi di infezioni dovuti a ceppi di C. diphtheriae, sono stati segnalati, ma in tal caso fortunatamente non produttori di tossina.
L'immunità di gregge non si applica a tutte le malattie: ad esempio non si applica al tetano, una malattia infettiva molto pericolosa (a causa delle tossine prodotte dal batterio Clostridium tetani, diffuso nel terreno sotto forma di spore e nell'intestino di molti animali, soprattutto erbivori) e che non è contagiosa. Dunque la vaccinazione contro il tetano è una misura di profilassi per la tutela della salute individuale.


SOGLIE DI COPERTURA E RELAZIONI MATEMATICHE
Vi sono diversi fattori implicati nella trasmissione e contagiosità di una malattia infettiva: ad esempio il numero di persone suscettibili ed il numero di casi di infezione registrati in un certo periodo di tempo. Inoltre, il tasso di contatto o parametro di trasmissione, varia da malattia a malattia ed è anche funzione del contesto in cui la malattia si sviluppa e si propaga (questo è previsto nei modelli matematici di studio). La soglia di immunità di gregge H è la proporzione di individui immuni – in una data popolazione esaminata - che deve essere superata affinché l'incidenza della malattia diminuisca, o affinché, in altre parole, la malattia non si diffonda da persona a persona.
La persona suscettibile è invece definita come l'individuo non immune, cioè colui che non ha mai contratto la malattia o che non è stato vaccinato contro di essa.
Generalmente tale soglia H sopra descritta, si esprime secondo la seguente relazione matematica (ove R
0 è il tasso di riproduzione di base)

H=1-1/R
0 = (R0 -1)/ R0

La soglia di immunità di gregge per essere protetti dalla poliomielite è - in Europa - compresa in un range che va dall'80% all'86%, e non è del 95% come sostenuto e sbandierato dai mass media. Ora vedremo quando si applica il 95% e da dove nasce l'equivoco in cui sono caduti quasi tutti i periodici di informazione ed i mass media radio-televisivi, che non si sono sufficientemente interrogati in proposito.
La soglia immunità di gregge minima da raggiungere, varia dall'80% nei Paesi avanzati (con ottimi livelli di igiene), al 97% in Paesi con scarsi o insufficienti livelli igienico-sanitari, proprio perché è fondamentale il livello di igiene in cui ci si trova (i tassi di riproduzione di base della poliomielite variano rispettivamente dal valore 5 al valore 30).
Per il morbillo la soglia è più alta (83-94%), essendo questa una malattia più contagiosa. Dunque già venti anni fa le soglie di sicurezza (H) per garantire l'immunità di gregge delle malattie più temibili (e talvolta dagli esiti mortali o invalidanti) erano già state raggiunte e superate in Italia (alla fine degli anni '90 del secolo scorso, un Paese, l'Italia, che da decenni aveva raggiunto mediamente ottimi livelli di igiene pubblica ed individuale, quasi ovunque).
Per alcune malattie vediamo qui di seguito la soglia H di copertura vaccinale da raggiungere (sempre valori validi e calcolati nei Paesi avanzati):

Difterite: R
0 = 6-7, H=85;
Morbillo: R
0 = 12-18, H=83-94;
Parotite: R
0 = 4-7, H=75-86;
Rosolia: R
0 = 6-7, H=83-85;
Poliomielite: R
0 = 5-7, H=80-86;
Tetano: R
0 = NA, H=NA; (NA: non applicabile)

Dati tratti da “Herd Immunity: History, theory, Practice”, a cura della John Hopkins University School of Hygiene and Public Health, Epidemiologic Reviews, Vol. 15, No. 2,USA, 1993.

Ne consegue che l'allarmismo e le preoccupazioni diffuse negli ultimi mesi presso vertici politici regionali e locali sembrano del tutto ingiustificate, e un po' sospette. Oltre all'indubbio e positivo contributo offerto dalla vaccinoprofilassi di massa (innegabile) che è stato determinante nell'abbassare morbilità e mortalità infantile di alcune malattie infettive, evidentemente vi sono altri fattori chiave che contribuiscono – anche in misura rilevante – ad impedire lo scatenarsi di epidemie infettive mortali ed invalidanti, le quali nel secolo scorso, dopo la guerra, erano già in declino anche prima della introduzione di alcune campagne di profilassi di massa. Fattori come il rispetto delle condizioni igienico-sanitarie, l'accesso all'acqua potabile e la separazione dalle acque nere, l'evitare l'immunodeficienza con una corretta alimentazione, garantire l'isolamento in caso di malattia con diffusione endemica (per evitare il contagio), sono indubbiamente altrettanto importanti. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconobbe che per debellare il vaiolo in India nel 1967, la sola profilassi vaccinale di massa non fu sufficiente, ed il vaiolo fu sconfitto con misure di isolamento dei malati e contenimento (quarantena), vigilanza e disinfezione degli oggetti personali (Relazione della Direzione Generale del Comitato Esecutivo della WHO, World Health Organization, programma di lotta al vaiolo, 1977).


ERADICAZIONE DEL VAIOLO ED ABROGAZIONE DELLA VACCINAZIONE ANTIVAIOLOSA IN ITALIA (1981)
Il vaiolo ad esempio (“malattia contagiosa di origine virale che nel 30% dei casi risulta fatale”, EpiCentro, ISS), è stato eradicato in tutto il mondo. In Italia non si vaccinano più i bambini contro il vaiolo dal 1977 (vaccinazione abrogata nel 1981). La copertura vaccinale è dunque scarsa o assente nel nostro Paese, e non per questo in Italia abbiamo registrato epidemie di vaiolo negli ultimi 20/30 anni. Nessun bambino italiano nato dopo il 1978 ha mai ricevuto il vaccino. Essendo di origine virale, nulla possono gli antibiotici, fra l'altro. Ne consegue pertanto che vi sono – come detto – altri meccanismi e fattori (oltre alla vaccinoprofilassi) che garantiscono l'assenza di malattie infettive endemiche, o ne possono determinare l'insorgenza (come guerre e carestie). Mi pare che questo ragionamento sia logico e comprensibile a tutti. Presso tutti i nuovi nati, la copertura vaccinale contro il vaiolo è attualmente dello 0%. Attualmente non si registrano nuovi casi di vaiolo – nel mondo - dall'anno 1977 (in Somalia). A dire il vero, vi fu un incidente (Janet Parker) che morì a Birmingham, in Inghilterra, l'11 settembre 1978, dopo l'infezione contratta accidentalmente in laboratorio. Per quanto riguarda chi ricevette il vaccino in passato, essendo questo a scadenza (immunizzazione artificiale) e poiché si consiglia sempre un richiamo dopo 10 anni dall'ultima dose (necessaria la dose di richiamo), è evidente che anche chi ricevette l'antivaiolosa decenni fa, oggi potrebbe essere non protetto adeguatamente (chi invece ha contratto la malattia naturalmente, se sopravvissuto, gode della cosiddetta “immunità naturale attiva”). Dunque, gli scoperti e non protetti dalla ridotta o assente immunità di gregge, in buone condizioni di salute, non costituiscono alcun significativo pericolo di diffusione della malattia al momento, essendo la stessa eradicata dal pianeta. Qualora il virus fosse diffuso nuovamente nell'ambiente, certamente essi sarebbero invece suscettibili, ed in caso di un improvviso attacco bioterroristico (con furto del virus vivo del vaiolo attualmente custodito ai soli fini scientifici presso due centri di ricerca, uno in USA ed uno in Russia), probabilmente assisteremmo ad una pandemia (il vaiolo è nella categoria A nella classificazione “Bioterrorism agents/diseases”, stilata dal CDC americano, Centers for Disease Control and Prevention). Ma si tratterebbe di una diffusione intenzionale del morbo, per offendere la salute e portare il terrore, a cui si potrebbero opporre mirate vaccinazioni, selettive, presso la popolazione delle sole zone colpite, e misure di isolamento dei malati, sorveglianza dei contatti e rafforzamento dei protocolli di igiene. Nulla è dato sapere se alcuni Paesi custodiscano segretamente ancora oggi stock di virus del vaiolo (nella sua forma più aggressiva, la variola major) come estreme arme biologiche di offesa o rappresaglia per lo sterminio di massa, analogamente ai vecchi programmi – poi chiusi – attivi nella Unione Sovietica e negli Stati Uniti.
Curioso che i mass media non pongano l'accento sull'aspetto delle reazioni avverse, quando a proposito del vaiolo si dice ad esempio ufficialmente sulle pagine di Epicentro dello ISS che:

“L'Italia possiede oggi 5 milioni di dosi di vaccino antivaioloso che attraverso le diluizioni possono arrivare a 25 milioni di dosi. Tuttavia, date le complicanze possibili, il ministero della Salute sconsiglia una vaccinazione estesa alla popolazione in assenza di pericolo imminente.”
Fonte: http://www.epicentro.iss.it/problemi/vaiolo/vaiolo.asp

Chiudo citando da una presentazione di un corso di aggiornamento intitolato “LE VACCINAZIONI NELL'INFANZIA. Le vaccinazioni come strumento fondamentale di prevenzione nella epidemiologia delle principali malattie infettive”, presentato il 27 giugno 2015 a Perugia dove il dr. Massimo Gigli dice, fra le altre cose, che:
“ [..] I vaccini, unitamente al miglioramento delle condizioni ambientali e socio- culturali delle popolazioni hanno determinato i risultati eccezionali di riduzione drastica di morbosità e mortalità per le principali malattie infettive intervenuti nel mondo occidentale soprattutto a partire dalla seconda metà del secolo scorso..........”
Presentazione a cura del Dr. Gigli, Resp. U.O.C. Igiene e Sanità Pubblica Azienda U.S.L. Umbria 1.


Nella stessa presentazione del corso di aggiornamento, si dice che nei secoli passati furono le guerre e le carestie i principali fattori scatenanti delle malattie endemiche che flagellarono il Vecchio continente. Ciò, dovrebbe far ricordare – aggiungo io - anche agli adulti ed anziani di oggi, quanto studiato sui banchi di scuola durante gli anni della scuola elementare, media inferiore e superiore. Durante l'epoca buia del medioevo e dell'età moderna, le epidemie mortali esplodevano, falciavano la popolazione, e poi dopo alcuni mesi od anni si arrestavano, anche in assenza della vaccinoprofilassi che non era ancora stata inventata. Ciò è storicamente innegabile. Altrimenti saremmo estinti da tempo dalla faccia della Terra. Non a caso vennero a quel tempo sviluppate dagli Stati alcune strategie di contenimento delle malattie, migliorando ad esempio la cura della igiene privata e pubblica, ed anche alimentare, emanando specifiche ordinanze (si pensi ad esempio alla peste, la cosiddetta Morte Nera, diffusa in Europa e già ricordata all'inizio dello scritto; nella sola Repubblica di Venezia, nel Seicento, falciò quasi un terzo ed un quarto della popolazione veneziana, negli anni 1575-1577 e 1630; per inciso, fra il 1628 ed il 1629 una terribile carestia – di manzoniana memoria - colpì il Nord Italia).
Chiudo questa mia retrospettiva storica citando un passaggio del provvedimento di Legge del 1981 che abrogò la vaccinazione antivaiolosa, per mostrare come certe istanze ed opinioni fondate e ragionate presso la popolazione venissero considerate e non ignorate a quel tempo:
“ […] Con la stessa norma si intende abolire anche l'obbligo della rivaccinazione all'8° anno di età, sia perché la fascia di popolazione interessata è scarsissima, sia per il fatto che esistono, invece, anche se non in alto grado, reazioni negative da parte dei consessi internazionali nonché della stessa pubblica opinione per il mantenimento di una pratica vaccinale nei confronti di una malattia ormai totalmente debellata”


Camera dei Deputati, Atti parlamentari, nr. 2689, VIII Legislatura, Disegni di Legge e Relazioni, Documenti, Disegno di Legge presentato dal Presidente del Consiglio Forlani, e dal Ministro della Sanità Aniasi, di concerto col Ministro dell'Interno Rognoni, col Ministro del Tesoro Andreatta, e col Ministro della Pubblica Istruzione Bodrato. Conversione in Legge del decreto-legge 26 giugno 1981, nr. 334, concernente l'abrogazione dell'obbligo della vaccinazione antivaiolosa.

NUOVO SCANDALO SANITARIO IN GIAPPONE:
SOSPESA LA RACCOMANDAZIONE DELLE VACCINAZIONI CONTRO IL PAPILLOMAVIRUS UMANO (2013)

Tornando al Giappone proprio negli scorsi mesi del 2016, 63 giovani donne dai 15 ai 22 anni di età residenti nell'arcipelago giapponese hanno avviato una causa legale di gruppo (class-action) contro il Governo, reo di aver promosso e raccomandato l'uso dei vaccini prodotti dalle società farmaceutiche GlaxoSmithKline PLC, produttrice del Cervarix, e della Merck Sharp & Dohme Corp. produttrice del Gardasil. Le denunce sono state depositate nelle corti distrettuali di Tokyo, Osaka, Nagoya e Fukuoka. Il Governo – che ha appoggiato e raccomandato i vaccini prodotti dalle multinazionali del farmaco - sarebbe responsabile indirettamente della mancata informazione sull'ampio spettro di sospetti effetti avversi causati dalle vaccinazioni contro il Papillomavirus umano (HPV), che sono state portate a termine per la prevenzione del tumore al collo (cervice) dell'utero fra le adolescenti giapponesi. I disturbi accusati hanno a che fare con la percezione, con il movimento (improvvise perdite di equilibrio con rovinose cadute a terra), con tic del corpo, e problemi di memoria a breve termine. In Giappone il vaccino HPV - inserito nei programmi di vaccinazione per le giovani dagli 11/12 anni ai 14/16 anni di età - ha cominciato a ricevere finanziamenti statali sin dal 2010, ma il Ministero della Salute del Lavoro e del Benessere ha poi interrotto la raccomandazione alcuni mesi dopo la sua introduzione, dopo che diversi casi di dolori fisici e disturbi vari – inspiegabili - sono stati riferiti dalle donne e ragazze che lo avevano ricevuto.
La raccomandazione di vaccinarsi contro il Papilloma virus umano è stata dunque ritirata dal Governo giapponese nel 2013 a seguito di un principio di precauzione. In altri Paesi del mondo commissioni scientifiche di controllo, hanno invece decretato la sicurezza e l'efficacia dei vaccini in questione, ed infatti vengono ancora oggi tranquillamente somministrati e promossi dalla Sanità pubblica nazionale di quei Paesi, anche se a dire il vero, la GSK (GlaxoSmithKline) avrebbe intanto deciso di ritirare dal mercato statunitense il suo Cervarix che protegge contro i ceppi 16 e 18 di papilloma virus umano ed è anche efficace (ma non al 100%) contro i tumori dei ceppi 31, 45 e 60, motivando la decisione con "very low market demand", cioè una domanda di mercato molto bassa (fonte: FiercePharma, ottobre 2016). Dei 1968 eventi avversi riportati in Giappone, 358 sono stati giudicati seri dal comitato del Ministero giapponese (MHLW). Al momento un team di ricerca del Ministero sta ancora indagando per appurare la eventuale relazione causale (causa-effetto) fra vaccino e disturbi riferiti. L'infezione da HPV si trasmette principalmente attraverso rapporti sessuali, colpisce sia uomini sia donne (agli organi genitali ed al cavo orale), ne sono note diverse decine di tipi/ceppi virali diversi, e non tutte le infezioni evolvono automaticamente verso il tumore (l'azione del sistema immunitario è capace in diversi casi di eliminare il virus, ed infatti le statistiche dicono che circa il 75% delle persone sessualmente attive, rimangono contagiate nel corso della propria vita da uno o più tipi diversi di papillomavirus). Alcune lesioni da HPV possono evolvere verso lesioni benigne dei tessuti, altre verso forme maligne. Comunque, esiste già da anni il Pap-test, il quale è un efficace strumento diagnostico di prevenzione ed identificazione della malattia al suo esordio, e tale test e le visite normali di prevenzione non possono essere sostituite con la vaccinazione, che fra l'altro è specifica solo per alcuni tipi di papillomavirus, non per tutti.


LE RICERCHE DI GATTI E MONTANARI: PARTICOLATO INORGANICO ESTRANEO NEI VACCINI (CONTAMINAZIONE DA MICRO E NANOPARTICELLE)
Perché la Sanità pubblica e la classe politica italiana non investono e pongono di più l'accento anche sui pericoli e rischi che noi tutti corriamo nell'ambiente sporco, polveroso e sempre più inquinato dalle cosiddette nanoparticelle, che oltre ad avvelenare aria, suolo ed acqua, sono presenti talvolta anche negli alimenti come impurità? E come è possibile che ben due denunce/esposti ai NAS dei Carabinieri (denuncia partita con l'iniziativa coraggiosa di Luigi Pelazza, in passato inquirente ed inviato giornalistico televisivo), di Roma e di Parma (2011 e 2013) e la consegna della documentazione di analisi da parte del dr. Stefano Montanari (laureato in Farmacia) e del suo Laboratorio scientifico modenese che si occupa di nano-tossicologia (la Nanodiagnostics, laboratorio di ricerca e diagnostica di San Vito di Spilamberto di Modena), siano apparentemente cadute nel vuoto senza provvedimenti da parte della Autorità competenti? Nonostante il sopralluogo, il colloquio e l'interesse dei Carabinieri che hanno acquisito la documentazione di analisi in ben due occasioni, interrogando i ricercatori modenesi per ore?
Anche l'Istituto Superiore di Sanità sarebbe stato informato in merito ai risultati di laboratorio del dr. Stefano Montanari e della moglie, e la laconica risposta scritta a firma di un funzionario/preposto/incaricato dello ISS ricevuta da Montanari – stando alla testimonianza del ricercatore modenese - a mio avviso non è molto convincente anche perché non ne contesta o confuta i risultati su base scientifica e logica, ma ne ignora il valore perché essi sarebbero privi di "ufficialità", a dire dello ISS.
Peccato che a livello europeo, il laboratorio modenese di Montanari e Gatti sia collocato fra le 100 offerte tecniche di punta del settore, e che la dottoressa Antonietta Gatti sia una ricercatrice scientifica di primissimo livello, in passato apprezzata docente universitaria italiana, operante anche all'estero e già membra del Comitato Scientifico Nazionale del Ministero della Difesa italiano. Proprio per questa la d.ssa Gatti fa tuttora parte del gruppo che si occupa delle patologie cosiddette "da uranio impoverito" nell'ambito del Parlamento italiano.
Il dr. Montanari ha già relazionato al Parlamento francese, in merito agli inquinanti individuati, ed avrebbe dovuto relazionare anche presso una sala del Parlamento Europeo, ma all'ultimo momento lo spazio dedicato al convegno ed all'incontro che lo avrebbe ospitato in una sede ufficiale – con altri ricercatori e conferenzieri - è stato negato agli organizzatori, ed il dr. Montanari ha esposto i risultati delle proprie ricerche con la dottoressa Antonietta M. Gatti in uno spazio privato, una sala cinematografica affittata a Bruxelles per il 9 febbraio 2017 dalla Europarlamentare verde Michèle Ravasi. La presentazione presso una sala UE sarebbe stata concomitante alla proiezione del documentario americano Vaxxed. From cover-up to catastrophe", su cui la scure della censura si abbatte regolarmente da Ovest ad Est. Da qui il caldo invito alla Ravasi, promotrice della iniziativa, di spostare la proiezione del film ed il convegno. Lo racconta lo stesso Montanari nel suo articolo “Signore e Signori: il Medioevo!” Si legga in proposito anche quanto comunicato dall'ANSA, con l'articolo “Film anti-vaccini 'Vaxxed' al Parlamento Ue, Lorenzin scrive a Tajani. Dopo lettera ministro stop a proiezione” (Notizia ANSA, Roma, 7 febbraio 2017).
I vaccini, oltre alla presenza di adiuvanti immunologici e conservanti correttamente elencati nei foglietti tecnici illustrativi degli stessi (le cui componenti possono essere già potenziale origine e fonte di allergie o meglio di anafilassi, per taluni), possono allora contenere talvolta anche delle nanoparticelle di non metalli e di metalli (Cromo, Ferro, Nichel, Piombo, Silicio, Titanio, Tungsteno, Zinco, ecc. e leghe varie), già trovate – come inquinanti – in 27 campioni dei 28 esaminati dal dr. Montanari e dalla moglie dr.ssa Antonietta Gatti, negli anni passati, con l'ausilio del loro microscopio elettronico SEM/ESEM e della strumentazione per l'analisi chimica degli spettri (microanalisi EDS, condotta dalla citata Nanodiagnostics).


PUBBLICATE IN USA LE RICERCHE DI GATTI E MONTANARI
SU UN PERIODICO SCIENTIFICO

Ho interpellato recentemente il dr. Stefano Montanari, il quale – oltre a ribadirmi che i "corpi estranei" identificati nei campioni dei vaccini analizzati e non dichiarati dalle società farmaceutiche, sono inorganici e di origine sia metallica sia non metallica – ha sottolineato il seguente pensiero sul problema relativo ai "corpi estranei" identificati:



" [...] Le particelle trovate esercitano un'attività tossica tipica degli elementi che le compongono, ma a quella va aggiunta, e con peso preponderante, l'essere corpi estranei all'organismo. Per questo motivo le particelle innescano processi infiammatori che restano cronici, non essendo le particelle degradabili e, per questo, innesco continuo di flogosi."



In estrema sintesi, posso riassumere i risultati del dr. S. Montanari e della d.ssa A. Gatti dicendo che questo particolato inorganico inquinante, non dichiarato dalle case farmaceutiche produttrici, e rilevato in tracce in tutti i vaccini analizzati sinora ed impiegati per uso umano, comporta i seguenti rischi:

* è potenzialmente in grado di innescare processi infiammatori cronici a carico dell'organismo, in quanto non è né biocompatibile, né biodegradabile;
* alcuni elementi chimici metallici di questo particolato estraneo, hanno proprietà neurotossiche, note in letteratura scientifica da anni;
* le particelle “corpi estranei” identificate, sono circondate o incorporate in substrati biologici;
* la contaminazione è la stessa, nonostante i vaccini appartengono a differenti lotti/partite, ed in alcuni casi anche se provenienti da diversi Paesi;
* l'unico vaccino che sembra libero da contaminazione è un trivalente per gatti, il Feligen CRP – ad uso veterinario – in quanto lo strato di sali inorganici identificato (Calcio, Silicio ed Alluminio), è così denso da non consentire dirilevare contaminanti;
* l'ipotesi degli Autori è che la contaminazione sia non intenzionale; i contaminanti possono restare localizzati nel sito d'inoculazione (formando granulomi), oppure essere trasportati dal sistema circolatorio sanguigno, e raggiungere anche organi vitali, e provocare una eventuale reazione infiammatoria;

Proprio perché i due ricercatori di Modena sono riusciti nel gennaio 2017 a far pubblicare le loro ricerche di nanodiagnostica su un periodico scientifico statunitense peer-reviewed, (cioè selezionato dopo valutazione fra pari) chiamato International Journal of Vaccines and Vaccination (articolo intitolato "New Quality-Control Investigations on Vaccines: Micro and Nanocontamination", di A. Gatti e S. Montanari, Volume 4, nr. 1, 23 gennaio 2017, MedCrave Group, città di Edmond, Oklahoma, USA), ecco che l'EMA, l'Agenzia Europea per i medicinali che monitora la sicurezza dei farmaci prodotti ed usati nei Paesi Europei – li ha recentemente contattati, stando a quanto mi ha riferito il dr. Montanari. Un doveroso interessamento a mio giudizio, in quanto essa ha come compito proprio quello di tutelare e promuovere la salute pubblica e degli animali, attraverso appunto la valutazione scientifica dei prodotti farmaceutici per uso umano e veterinario. Le nuove analisi sono state condotte su 44 campioni di una trentina di vaccini provenienti da Francia ed italia, testando la loro sicurezza con un approccio fisico (ricerca di possibile contaminazione fisica, confrontando i risultati con le dichiarazioni di composizione inorganiche dei produttori dei vaccini). Ancora una volta, come in precedenza, corpi estranei ("foreign bodies") inquinanti, non dichiarati, con una dimensione variabile dai 100 nanometri a circa 10 micron, sono stati identificati in tutti i casi. Ora forse anche l'Istituto Superiore di Sanità italiano risponderà nuovamente al laboratorio del dr. Montanari e della d.ssa Gatti, con sincero interessamento scientifico, a differenza della prima laconica risposta?


INTERPELLATO LO ISS DI ROMA: PER ORA TACE E NON COMMENTA...
Nel frattempo chi scrive ha ritenuto opportuno interpellare direttamente l'Istituto Superiore di Sanità di Roma e chiedere un commento in merito alla pubblicazione scientifica dei due ricercatori modenesi sulla contaminazione inorganica dei vaccini: in data 14 febbraio 2017 il sottoscritto scriveva una lettera e- mail allo ISS ed in particolare rivolta ai seguenti centri dello ISS:
* Dipartimento del Farmaco
* Centro Nazionale Sostanze Chimiche
* Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute
proprio per avere da uno di essi, se di competenza, delle delucidazioni in proposito. Alla data della divulgazione della seconda parte di questo dossier-inchiesta sui vaccini e le reazioni avverse, il sottoscritto non ha ancora ricevuto alcuna risposta o riscontro. Dunque la loro posizione sarebbe una sorta di no comment? L'interrogativo resta aperto.


UNA INCREDIBILE ANALISI PRECEDENTE: GIÀ NEL 1986 UN ARTICOLO SCIENTIFICO RIFERÌ LA PRESENZA DI INQUINANTI INORGANICI NEI VACCINI
Nel corso dei miei approfondimenti mi sono imbattuto in un articolo scientifico risalente al 1986 (i cui risultati furono già anticipati parzialmente nel 1983), in cui chiaramente si riferiva che anche i vaccini, oltre ad altri prodotti biologici analizzati, contenevano inquinanti in misura varia, soprattutto di origine metallica. Ciò costituisce una indiretta e sconcertante conferma delle analisi di Montanari e Gatti, e segnala in modo inquietante che negli ultimi decenni, milioni di bambini in tutto il mondo – sottoposti a profilassi vaccinale obbligatoria o facoltativa – potrebbero essere stati esposti al contatto con tali tracce di inquinanti di natura inorganica, con conseguenze imprevedibili (si pensi, ad esempio, all'ancora inspiegato e poco chiaro incremento esponenziale di disturbi neurologici registrato fra i bambini nelle ultime due/tre decadi, ed in particolare di disturbi dello spettro autistico (prevalenza in Europa, Asia, Africa ed America, non spiegabile soltanto in termini genetici ma anche in termini di fattori di rischio ambientali).
La ricerca si intitola
"A survey of the concentrations of eleven metals in vaccines, allergenic extracts, toxoids, blood, blood derivatives and other biological products" (J. Biol. Stand., ottobre 1986; 14(4):363-7), ed essa fu in parte presentata già nell'agosto 1983, nel corso del 186.esimo incontro nazionale della American Chemical Society, in Washington, D.C. Nell'articolo si afferma che lo studio fu effettuato su 85 campioni di prodotti biologici iniettabili. Fra questi anche vaccini (contro morbillo, tifo e tetano).
Attraverso esami di chimica analitica effettuati con la tecnica della spettrometria ad emissione di fiamma (FES), e la spettrometria di assorbimento atomico, furono rinvenute tracce di 11 elementi chimici anomali, fra i quali: Alluminio, Arsenico, Bario, Cadmio, Cromo, Piombo, Mercurio, Selenio, Tallio e Zinco, metalli la cui concentrazione era fortunatamente molto bassa o ai limiti della identificazione, dell'ordine di pochi ppm (parti per milione, in un range da 0,6 ppm fino a 24 ppm). Gli Autori infatti affermarono che "The metal concentrations found in the majority of these products were low or undetectable". Anche allora, gli Autori ipotizzarono la presenza di questi inquinanti metallici come il risultato di una anomalia nel processo di produzione.
Gli Autori conclusero dicendo che:

“Overall, in view of the infrequent use of these injectables (e.g. three times per year, or less frequently) the aluminum and/or mercury contents of the vaccines are not considered to pose a significant risk.”

Cioè che in generale, nel caso di uso non frequente di dosi iniettabili (vaccinazione), ad esempio tre volte all'anno o meno frequentemente, alluminio o mercurio non ponevano un rischio significativo. Nondimeno, l'organismo di un bambino è più suscettibile alla neurotossicità rispetto ad un individuo adulto. E gli studi fino agli anni'80 del secolo scorso sugli agenti neurotossici, e sull'interazione con i processi neuro-evolutivi, non erano così abbondanti e precisi come oggi, e soprattutto non c'era quella che pare oggi una vera e propria “epidemia” di autismo registrata in tutto il mondo, in età prescolare e scolare. Che cosa è cambiato da allora ad oggi? Una cosa è certa: il numero di vaccini e dosi di soluzione iniettate, è incrementato in numero e frequenza (sette vaccinazioni – esavalente più una monovalente - proposte in una unica seduta al terzo mese di vita), ed anche il periodo di somministrazione è cambiato. In tossicologia, poi, è risaputo che i contaminanti hanno un effetto mutuo/sinergico.

Inoltre, se aggiungiamo questa variabile sconosciuta e non prevista degli inquinanti corpi estranei inorganici, alla soglia di sicurezza dell'alluminio (il quale è segnalato e contenuto negli adiuvanti dei vaccini), elemento metallico che al di sopra di certi valori di assunzione/assimilazione è una neurotossina per l'organismo umano quando non viene espulso e smaltito sufficientemente (rischio di bio-accumulo), otteniamo un quadro decisamente preoccupante in termini di sicurezza (già nel marzo 1996 l'Accademia Americana di Pediatria sottolineava la tossicità dell'alluminio negli infanti e nei bambini).
Infatti una stessa persistenza a lungo termine di alluminio nell'organismo umano (ricordo che esso è contenuto come adiuvante nei vaccini), può condurre a disfunzioni cognitive ed a malattie autoimmuni anche in soggetti adulti: si parla di ritenzione eccessiva del metallo che può comportare problemi neurologici. Ovviamente anche un eccesso o una carenza degli oligoelementi minerali come Magnesio, Manganese, Zinco, Ferro, ecc... – necessari all'organismo e che devono essere presenti nella dieta - può portare a disfunzioni cognitive, ma nel caso qui dibattuto parliamo della presenza di elementi metallici estranei (ad esempio Piombo, Mercurio, Cadmio sono i metalli tossici più noti in letteratura, ma non sono i soli), introdotti direttamente nel sangue senza la mediazione delle barriere naturali dell'organismo (le membrane mucose dell'apparato gastrointestinale, che a volte poco possono anche nei confronti di certi inquinanti), e ciò costituisce una complessa variabile ed incognita perché potenziale fonte di alterazione metabolica nella fisiologia umana. Se aggiungiamo la concomitanza dell'inquinamento ambientale, che apporta anch'esso contributi di agenti tossici di varia natura, otteniamo un quadro fosco e che dovrebbe invitare gli operatori sanitari all'estrema prudenza.


INQUINAMENTO AMBIENTALE ED AGENTI NEUROTOSSICI METALLICI
Infatti l'impatto di questi elementi metallici sul Sistema Nervoso Centrale (SNC), nei primi anni di vita degli infanti e dei bambini, può essere rilevante essendo le sinapsi ancora imperfette ed in fase di formazione: si parla di sinaptogenesi. Durante il periodo prenatale e subito dopo il parto, l'architettura del SNC e del cervello in particolare, è sensibile ed caratterizzata dalle cosiddette finestre di "suscettibilità", meno aperte quando il cervello è maturo (in età adulta). Ogni insulto derivante da un agente neurotossico estraneo che alteri o disturbi chimicamente questo delicato processo di costruzione e generazione delle connessioni nervose e della corretta migrazione cellulare dei neuroni, ancora in corso (e che continua fino ai 2 anni di età circa), può comportare seri danni cerebrali, disturbi comportamentali, problemi allo sviluppo dell'intelligenza con disfunzioni cognitive fra le più varie nel corso dell'età evolutiva.
Illuminante, a questo proposito, il rapporto curato anni fa (2002) da Giorgio Tamburlini, Ondine S. von Ehrenstein e Roberto Bertollini, intitolato "La salute dei bambini e l'ambiente: una rassegna delle conoscenze"; un rapporto frutto della collaborazione tra l'Agenzia Europea per l'Ambiente e l'Ufficio Europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Il lettore lo troverà elencato in bibliografia. Basti sapere che – leggendo la Parte II ed in particolare il capitolo dedicato ai disturbi neuroevolutivi – si apprende che fra gli agenti neurotossici dei metalli e dei composti dei metalli, piombo e mercurio la fanno da padrone. Infatti sui danni da essi prodotti vi è molta letteratura scientifica e vi sono le più grandi certezze di rapporto causa-effetto. Tanto che il piombo viene citato come l'agente neurotossico "a cui i bambini sono più sensibili degli adulti".
Il mercurio e nella fattispecie il suo catione organometallico metilmercurio – agente neurotossico in genere proveniente dalla dieta a base di pesce (catena alimentare acquatica, con bioaccumulo nei grandi predatori come tonno, squalo, pesce spada e marlin, ma anche nei crostacei) – provoca disturbi psicomotori, attacchi epilettici, spasticità, e nei casi più gravi cecità, sordità e ritardi mentali. Il metilmercurio ha infatti la caratteristica di legarsi alle proteine. Si ricordi anche che funzionalità epatica e renale, negli infanti e nei bambini, è ridotta rispetto a quella di una persona adulta, e dunque risulta più difficile il naturale processo di detossificazione e l'escrezione/espulsione di tossine e sostanze inquinanti. Il metabolismo più rapido dei bambini, inoltre, aumenta la distribuzione e l'assorbimento degli agenti neurotossici, proprio perché l'organismo è in rapida crescita (il cervello raggiunge circa l'80% della sua massa finale a circa 6 anni di età, quando la massa corporea è solo il 30% di quella di un adulto).
A mio avviso il passo più significativo nel rapporto citato dove gli Autori Philippe Grandjean e Roberta White discutono il campo dei disturbi neuroevolutivi, è il seguente:

"[...] È inoltre necessario rinnovare l'enfasi sulla salute ambientale e la prevenzione. Direttive di ricerca di ulteriore interesse includono i possibili legami tra l'esposizione chimica e l'autismo, il disturbo da deficit dell'attenzione/iperattività e i disturbi dell'apprendimento, ampliando in tal modo il focus della valutazione di tossicità fino ad includere i traguardi neuroevolutivi importanti sul piano clinico"

Parte II, Disturbi neuroevolutivi, paragrafo 4.5 "Che cosa non sappiamo", di Philippe Grandjean e Roberta White, traduzione italiana di Stefania Borgo, pubblicato nel rapporto La salute dei bambini e l'ambiente: una rassegna delle conoscenze", di Tamburlini et al., 2002


CONCLUSIONI FINALI ED UN MIO MONITO ALLA CLASSE POLITICA
Ora, tornando alle ricerche di nanodiagnostica modenesi citate in precedenza, tutti e 27 i vaccini per uso umano analizzati dal dr. Montanari e dalla d.ssa Gatti avevano tracce, in misura e tipo diverso, di questo particolato di corpi estranei inorganici (metallici e non metallici), della grandezza di alcune centinaia di nanometri fino a circa 10 micron (quindi si parla di nanoparticelle e microparticelle). Le successive analisi su 44 campioni di una trentina di diversi vaccini, hanno nuovamente confermato la contaminazione riscontrata. Solo un campione di vaccino ad uso veterinario (un trivalente per gatti, il FELIGEN CRP, prodotto in Francia) ne sembra esente, nei campioni analizzati. Tutto ciò dovrebbe scatenare l'indignazione della pubblica opinione e dei giornalisti e dei cosiddetti intellettuali, e costringere le multinazionali farmaceutiche a rivedere i propri protocolli di sicurezza, per migliorarli e minimizzare i rischi di presenza di inquinanti nella produzione dei loro lotti. C'è anche l'aspetto, che qui cito soltanto, del rischio di contaminazione dei vaccini con virus animali, a causa dei processi di produzione mediante l'utilizzo di virus vivi ed attenuati, che utilizzano cellule animali e loro colture durante la preparazione (cfr. Gli studi sul Pestivirus RNA, di Ryo Harasawa e Tetsuo Tomiyama, Giappone 1994, i quali lo identificarono nel vaccino MPR; ma vi sono anche clamorosi casi precedenti, come la accidentale contaminazione con il virus animale SV40, proveniente da cellule renali della Macaco Rhesus, durante preparazione e somministrazione del vaccino anti-poliomielite, fra gli anni '50 e '60 del secolo scorso). Virus animali anche potenzialmente cancerogeni e causa di varie infezioni iatrogene, possono dunque contaminare l'organismo umano accidentalmente, durante la profilassi vaccinale, se gli standard di sicurezza di preparazione dei vaccini non sono ottimali e continuamente controllati.
A mio personale giudizio le classi politiche Nazionali e Regionali hanno il dovere morale, oltre che politico, di considerare anche tutte queste incognite quando deliberano in materia sanitaria. Quanto accaduto in Giappone e qui riferito, dovrebbe servire da monito per tutti. Le decisioni politiche che in questi mesi si stanno prendendo (negli incontri fra Stato e Regioni, ma anche a livello ministeriale, oltre ad eventuali discussioni parlamentari), tracceranno il futuro ed il destino di migliaia e migliaia di famiglie italiane e dei loro bambini per molti anni a venire. Le coscienze dei politici saranno al centro del proprio giudizio personale e privato per tutta la vita. E di fronte a se stessi, difficilmente si potrà mentire o fingere quando un giorno, finalmente, la verità si farà finalmente largo in tutta la sua drammatica dimensione, facendosi spazio fra il pantano di mezze verità ed ipocrisie opposte ai medici dubbiosi e coscienziosi che non volevano, ed ancora oggi non vogliono, sottovalutare rischi reali e tangibili che minano la salute individuale e pubblica, mantenendo coraggiosamente la loro indipendenza di giudizio. Perché il fondamentale comandamento deontologico per un medico, di tradizione ed ispirazione ippocratica e galenica, è sempre: "Primum, non nocere", cioè per prima cosa, non nuocere.
Luca Scantamburlo

© 11 Marzo 2017


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© L. Scantamburlo, 11 Marzo, 2017. Reproduced by permission.


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BIBLIOGRAFIA

Per maggiori informazioni ed approfondimenti si consulti:

Chiarotti Flavia, Venerosi Pesciolini Aldina, "Epidemiologia dell’autismo: un’analisi critica ", Istituto Superiore di Sanità, Congresso Nazionale e workshop formativi, 4-5-6- ottobre 2012, Ravenna, Servizio Sanitario Regione Emilia Romagna, in collaborazione con ANGSA Ravenna.

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Gigli Massimo, “LE VACCINAZIONI NELL'INFANZIA . Le vaccinazioni come strumento fondamentale di prevenzione nella epidemiologia delle principali malattie infettive”, corso di aggiornamento presentato il 27 giugno 2015 a Perugia, Gigli dr. Massimo, Resp. U.O.C. Igiene e Sanità Pubblica Azienda U.S.L. Umbria 1.

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Conversione del decreto-legge 26 giugno 1981, nr. 334, concernente l'abrogazione dell'obbligo della vaccinazione antivaiolosa. Camera dei Deputati, Atti parlamentari, nr. 2689, VIII Legislatura, Disegni di Legge e Relazioni, Documenti.

Legge 210/1992, Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati (Legge 25 Febbraio 1992, n. 210, Gazzetta Ufficiale, 6 marzo, nr. 55). S.m.i: Legge 229/2005.

Legge 229/2005, Riconoscimento di indennizzo aggiuntivo per i danneggiati da complicanze di tipo irreversibile causate da vaccinazioni obbligatorie. G.U. 5 novembre 2005, n. 258.




SIGLE:
ADR: Adverse Drug Reaction, reazione avversa ad un farmaco;
ADHD: Attention Deficit Hyperactivity Disorder, espressione usata per indicare il Disturbo da
Deficit di Attenzione e Iperattività;
ASD, Disturbi dello Spettro Autistico (Autism Spectrum Disorders, ASD);
CMO, Commissione Medico-Ospedaliera (competente), per accertare danni/complicanze irreversibili causate da vaccinazione;
EMA: la European Medicines Agency, è una Agenzia decentralizzata dell'Unione Europea con sede a Londra, operativa dal 1995, che si occupa della valutazione scientifica e del monitoraggio della sicurezza dei farmaci prodotti ed usati nei Paesi europei;
ESEM: Environmental Scanning Electron Microscope , microscopio elettronico a scansione
ambientale, prodotto dalla FEI Company, parte del Gruppo Thermo Fisher Scientific Inc.; il
microscopio consente di ottenere immagini tridimensionali ad alta risoluzione, inferiori a ~100
Å, cioè inferiore ai 10 nanometri (nm);
FES: (Flame Emission Spectrometry), Spettrometria di emissione di fiamma;
HPV: vaccino contro il Papilloma Virus umano;
MHLV, Ministero della Salute, Lavoro e Benessere, in inglese Ministry of Health, Labour and Welfare, Giappone.
MMR: Measles, Mumps, Rubella, vaccino combinato trivalente contro Morbillo, Orecchioni (Parotite) e Rosolia; in italiano la sigla è MPR;
SEM: Microscopia Elettronica a Scansione; il potere risolutivo di essa è superiore a quella della
microscopia ottica, in quanto si sfruttano le proprietà dei fasci di elettroni che colpiscono i
campioni da analizzare, anziché dei fotoni della luce;